La storia di Rosamaria

Discriminazioni ormonali sul lavoro

Facciamo mea culpa perché non ci siamo interessate abbastanza dei nostri ormoni. Salvo, poi trovarli trasformati in argomento di conversazione. O meglio, di vessazione, quando vengono usati contro di noi. Come è successo a Rosamaria, 43 anni, dipendente in un’azienda romana.

di Susi, adultremenda - Tag: ,

Discriminazioni ormonali sul lavoro

All’improvviso e inaspettatamente, dopo anni di anonimato, gli ormoni diventano argomento di conversazione. O meglio, di vessazione, se usati come un’arma contro di noi. Sul lavoro, per esempio, quando gli sbalzi ormonali possono compromettere una carriera. È successo a Rosamaria, 43 anni, dipendente in un’azienda romana…

Mio figlio si era ammalato, ero molto preoccupata, e un collega mi ha chiesto “se mi dovevano venire”. Assurdo. Poi, è diventata un’abitudine…

Rosamaria

Andiamo subito al dunque: nella tua esperienza gli ormoni hanno un impatto sulla vita lavorativa?

«Certo. Gli ormoni influenzano il funzionamento del nostro corpo e tutto quello che facciamo. Quindi anche il lavoro. Ma sono così poco conosciuti che a volte stimolano pregiudizi.»

Ti è mai capitato di essere stata offesa facendo riferimento ai tuoi ormoni?

«Purtroppo sì, è capitato. E paradossalmente è capitato quando ero già una donna matura che si riteneva capace di capire i propri ormoni. È successo quando ero nervosa perché mio figlio si era ammalato ed ero molto preoccupata, e un collega mi ha chiesto sarcastico “se mi dovevano venire”. Assurdo.»

Come hai reagito?

«Mi ha preso alla sprovvista. Forse anche per quello ho cercato di non dargli peso. Poi però è diventata un’abitudine che probabilmente nasceva dal fatto che era invidioso della mia posizione lavorativa e voleva screditarmi. Ha cominciato a martellare…»

Cosa faceva?

«Faceva battutine, sempre riferite al mio ciclo. Ma guarda caso lo faceva solo se c’erano colleghi uomini. Dava per scontata la loro complicità. Con le colleghe stava zitto.»

E i colleghi come hanno reagito?

«Erano imbarazzati, ma a parte uno purtroppo non hanno mai preso posizione. Le colleghe invece mi sono state di aiuto. Mi hanno suggerito di tenere traccia di quello che succedeva. Si sono rese anche disponibili a testimoniare, se necessario.»   

L’hai denunciato?

«Ci ho pensato, ma poi per fortuna ha cambiato lavoro lui e così non l’ho fatto. Però mi ha stimolato a reagire in un altro modo.»

Come?

«Parlando con una collega delle risorse umane abbiamo deciso di organizzare degli incontri per sensibilizzare colleghi e colleghe sul tema in azienda. Il ciclo mestruale delle donne, purtroppo, è ancora motivo di discriminazione e il problema di può risolvere solo attraverso l’informazione e l’empatia».

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«’Sta donna è ormonalmente scompensata! Di solito le uniche cose che sentiamo dire sono queste… Diciamo che è la versione un po’ più dolce per dire questa donna è isterica»: le parole in punta di… disappunto con cui si apre il nuovo episodio, sono della dottoressa Tiezzi. A lei Noemi chiede aiuto on air per orientarsi nel complesso e affascinante mondo degli ormoni, di cui ammette di sapere pochissimo (nell’autovalutazione si dà un bel 2!). Alessia e Valeria, invece, complice l’età, sono decisamente più sgamate sul tema: ne hanno passate di ogni, tra problemi di infertilità, tiroide e un’infilata di cinque gravidanze cinque (Valeria, la nostra eroina!), per non dire della menopausa. E sono convinte che, con un po’ di consapevolezza in più, per le nuove generazioni sarà tutto più facile!

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