La storia di Giada

Sono diventata una somatizzatrice seriale

Entrare nel mondo dei “grandi” non è un passaggio facile, e in certi casi si trasforma in dolore fisico. Soprattutto se ci portiamo già dietro (o dentro) un carico di ansie accumulato in giovane età, dandoci il patentino di “ansiose doc”. Che, come racconta Giada, può trasformarci in somatizzatrici seriali.

di Redazione Woman Factor - Tag: , , ,

Sono diventata una somatizzatrice seriale

Mal di testa, dolori di pancia, cagotto. Giada è una giovane redattrice, ha 26 anni ed è entrata da poco nel mondo del lavoro, un nuovo inizio che l’ha portata a somatizzare sempre di più le ansie che la accompagnano e contro cui combatte da tutta la vita.

La mia ansia numero uno è questa: perdere me stessa

Rebecca, l’ansiosa

Qual è la prima cosa che colleghi all’ansia?

«Le persone. Mi mette ansia dover essere all’altezza delle loro aspettative o essere perfetta ai loro occhi.»

Cosa fai quando senti quella sensazione?

«La prima reazione è toccarmi: passo le dita tra i capelli, mi graffio o mi mordo le labbra fino a farmi uscire sangue. Gioco con gli elastici per i capelli o i bracciali che porto al polso. Da ragazzina stringevo una parte del corpo fino a lasciarmi dei lividi.»

Quando è arrivata la prima ansia?

«C’è sempre stata… fin da bambina quando bagnavo il letto. Poi crescendo, l’ansia scolastica mi ha portata ad avere crisi di pianto, mal di pancia, mal di stomaco, emicrania, ciclo irregolare. Quando litigavo col fidanzato, mi veniva la febbre.»

Il primo colloquio lavorativo è stato un disastro, sono stata in bagno per ore.

Giada

Come hai curato questi problemi?

«Da piccola i miei genitori mi hanno portata da qualsiasi specialista: neurologo, gastroenterologo, endocrinologo, angiologo, psichiatra e psicologo. Forse esagerando… ma stavo davvero male.»

E ora che sei più grande, va meglio?

«Non direi. Il primo colloquio lavorativo è stato un disastro, sono stata in bagno per ore. Poi quando ho iniziato a lavorare sono passata dal “cagotto” alla stitichezza. In ufficio, dico una cinquantina di volte al giorno “Che ansia”.»

Ti aiuta dirlo?

«Eh, è una frase che mi tranquillizza, perché almeno esterno il peso che provo. Me lo ha consigliato la psicologa. Se gli altri capiscono che sono una persona fragile, in teoria si ammorbidiscono.»

Quali sono le tue armi contro l’ansia?

«Ne ho una molto pratica: lo smartwatch. Mi misura il battito cardiaco e quando vado in iperventilazione, mi dice di respirare profondamente. Mi calma e il mio cervello si svuota. Lo consiglio a tutte le somatizzatrici seriali come me». 

Episodio Cinque – “In fondo all’anima”
Sfacciate

Episodio Cinque – “In fondo all’anima”

Dopo aver rivoltato come un calzino il nostro corpo, nelle sue parti intime e visibili, per indagarne il funzionamento, era inevitabile che arrivasse la psiche a chiedere un po’ di attenzione. Sul divanetto delle Sfacciate, visto il tema sono pronte a sdraiarsi Francesca “Cesca” Tamburini e Alessia Foglia, in rappresentanza di TEEN un po’ YOUNG e delle ADULT per raccontarci di quando cadono nel buco nero e delle strategie usate per risollevarsi. E mentre Noemi per la prossima vita esprime il desiderio di rinascere gallina “che almeno lei non somatizza”, la dottoressa Tiezzi commenta il punto su cui tutte sembrano trovarsi d’accordo: un buon sesso può aiutare a risollevare il morale… L’importante è che sia davvero buono!

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