La parola all'esperta

Gravidanza: non sempre è uno stato di grazia

Può essere un periodo meraviglioso o faticoso, comunque diventare madri è sempre un percorso impegnativo nella vita di una donna. Ecco perché c'è sempre bisogno di supporto da parte del partner, della famiglia, delle amiche e naturalmente degli esperti come la dottoressa Tiezzi...

di Dott.ssa Alessandra Tiezzi - Tag: , , ,

Gravidanza: non sempre è uno stato di grazia

Si associano spesso gravidanza e maternità a uno stato di grazia, purtroppo, non è sempre così. Da un lato ci sono donne che stanno molto bene fisicamente, che hanno concepito il figlio in un momento positivo della loro vita, che sono circondate dall’amore del partner e della famiglia.
Dall’altro esistono gravidanze veramente difficili, quelle in cui le future mamme hanno nausea e vomito incessanti per i primi tre mesi e non la vivono per niente bene e magari si sentono anche molto sole e trascurate dal partner.

Occupandomi di procreazione assistita mi è capitato di vedere donne che hanno fatto tantissimi tentativi senza mai riuscire a rimanere incinta e, quando finalmente aspettano il bambino, vivono un ulteriore dramma perché si rendono conto che in realtà si erano fissate su questo pensiero ma avere un figlio non era davvero un loro desiderio.

Ginecologa

Alessandra Tiezzi

Ha un’esperienza consolidata in Ginecologia ed Ostetricia con particolare orientamento alla fisiopatologia della riproduzione.

Sicuramente chi ricorre alla procreazione assistita vive la gravidanza sempre un po’ con l’ansia della perdita, tant’è vero che queste gravidanze vengono ancora definite gravidanze a rischio e/o preziose, quando in realtà una volta che sono iniziate procedono come tutte le altre, anche se spesso si tratta donne in là con gli anni e quindi c’è un fattore di rischio in più legato all’età.
Diciamo che per queste donne ci vuole un po’ più di tempo per raggiungere la giusta serenità, ma, se dopo i primi mesi tutto va bene, allora anche loro imparano a lasciarsi andare.

Infine, c’è la depressione post partum che non è un capriccio, ma è una patologia legata a squilibri ormonali, alle tempeste ormonali che si possono avere dopo la gravidanza. Se ne può accorgere la ginecologa? È più probabile che se ne accorga prima la rete familiare, il medico di base e soprattutto un pediatra attento perché è il primo che vede la mamma con il neonato. La donna in depressione post parto si trascura, è triste, è caratterizzata dal senso di colpa perché il pensiero ricorrente è: “Ho avuto questo bambino ma adesso mi sento uno schifo e mi sento un mostro perché ora il bambino non lo vorrei più, perché non sono in grado di prendermene cura, sono così solo io, le altre mamme sono sempre sorridenti”.

La rete familiare, amicale, medica intorno a queste donne deve sapere che la depressione post partum va curata e non deve essere assolutamente trascurata per la sicurezza sia della madre che del bambino. Rivolgersi a uno specialista è dunque non solo consigliabile ma direi indispensabile.

(Contenuto realizzato con il supporto di Italfarmaco S.p.a.)

Episodio Cinque – “In fondo all’anima”
Sfacciate

Episodio Cinque – “In fondo all’anima”

Dopo aver rivoltato come un calzino il nostro corpo, nelle sue parti intime e visibili, per indagarne il funzionamento, era inevitabile che arrivasse la psiche a chiedere un po’ di attenzione. Sul divanetto delle Sfacciate, visto il tema sono pronte a sdraiarsi Francesca “Cesca” Tamburini e Alessia Foglia, in rappresentanza di TEEN un po’ YOUNG e delle ADULT per raccontarci di quando cadono nel buco nero e delle strategie usate per risollevarsi. E mentre Noemi per la prossima vita esprime il desiderio di rinascere gallina “che almeno lei non somatizza”, la dottoressa Tiezzi commenta il punto su cui tutte sembrano trovarsi d’accordo: un buon sesso può aiutare a risollevare il morale… L’importante è che sia davvero buono!

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