La storia di Sara e Vanessa
Per caso, per scelta
Sara e Vanessa: mamme nei loro splendidi 40 anni. Rispondendo alla medesima domanda ci raccontano due storie di metamorfosi e accoglienza molto diverse tra loro.
di Redazione Woman Factor - Tag: Allattare, Inseminazione assistita, Parto, Test di gravidanza

Ogni mese vivevo l’arrivo delle mestruazioni come una sconfitta personale
Sara
Esistono tanti modi di reagire alla notizia dell’attesa di un figlio quante sono le donne che con quella notizia si confrontano. Gioia, paura, vertigine, stupore, disperazione, gratitudine. La consapevolezza di portare dentro di sé un’altra vita sconvolge e fa apparire tutto – lavoro, amore, amicizie, famiglia, la vita intera insomma – sotto una nuova luce. Sara, romana 40 anni impiegata, ha cercato a lungo una gravidanza senza riuscirci fino a quando ha scelto di ricorrere alla fecondazione in vitro. Vanessa, architetto milanese oggi cinquantenne, dopo 2 figli profondamente desiderati, è rimasta incinta per la terza volta a 42 anni. E per settimane è stata in bilico tra l’opzione di portare avanti quella gravidanza e quella di interromperla.
Come ti sei accorta di essere incinta?
Sara: «Dal risultato di un esame del sangue. Erano 5 anni che mio marito ed io cercavamo un figlio. Cinque anni faticosissimi, ritmati da esami, visite, bombardamenti ormonali, tentativi vani di inseminazione assistita. Un tempo sospeso, vissuto in attesa di qualcosa che desideravamo con tutte le nostre forze e che non arrivava mai. Anni in cui a ogni mese vivevo l’arrivo delle mestruazioni come una sconfitta personale, un verdetto crudele che mi convinceva di essere ‘sbagliata’, meno donna di chi accanto a me restava incinta con facilità e naturalezza. Diagnosi di sterilità? No, semplicemente non accadeva. Ci eravamo dati un’ultima chance: un tentativo di fecondazione in vitro. Dopo una decina di giorni ci ha telefonato il medico annunciandoci che i valori Beta hCG indicavano senz’ombra di dubbio una gravidanza in corso. Eureka!»
Vanessa: «Me ne sono accorta dal tipico ritardo che prima è un semplice sospetto acquattato in fondo alla mente, una macchia nera che lasci lì in un angolino nella speranza che sparisca da sé. Poi il dubbio si insinua sempre più pressante, perché il corpo già sa quello che razionalmente la mente non vuole ancora ammettere, e così ti ritrovi con il test di gravidanza in mano. E da lì cambia tutto. Il fatto è che avevo 42 anni e due figli, cercati e desiderati, di 9 e 7 anni che ai miei occhi erano già ‘grandi’. Per me e il mio compagno il capitolo figli era chiuso: avevo ripreso a lavorare intensamente, insieme ai ragazzi avevamo fatto dei bei viaggi all’estero. Non ero mentalmente in grado di rimettermi in gioco con un nuovo bambino. La nostra vita era perfetta così com’era. Un figlio avrebbe voluto dire metterla in pausa e io non volevo. Non potevo neanche immaginare di passare un’altra volta nel tunnel del parto, dei pannolini, delle notti insonni, delle ragadi al seno e delle pappe da svezzamento. No, no, no e poi ancora no!»
Qual è stata la tua prima reazione?
S: «Ricordo la sensazione di incredulità, la mente letteralmente annebbiata, le parole all’altro capo del telefono che arrivavano al mio orecchio ovattate tanto che facevo fatica a decifrarne il senso. E poi il cuore in gola, la felicità immensa, le lacrime agli occhi. E la certezza che sì, questa volta, ce l’avremmo fatta»
V: «Il cuore si è fermato, ho avuto come una sensazione di vertigine, di nausea, mi è letteralmente mancata la terra sotto i piedi. Ricordo che per giorni ero destabilizzata, dominata da un misto di tristezza e rabbia. Mi arrovellavo: come avevamo potuto essere così incoscienti? È vero, avevo 42 anni e pensavamo di essere fuori pericolo così invece di validi metodi di contraccezione ci affidavamo al coito interrotto. Quel bambino non era un dono ma una punizione»
Il ciclo è ricomparso dopo circa due mesi che avevo finito di allattare
Vanessa
Che gravidanza è stata?
S: «Il più bel periodo della mia vita. Nessuna nausea, né fastidio. Ero pervasa da un senso di felicità e onnipotenza, come se custodissi nel mio ventre il destino dell’umanità e fossi in grado di proteggerlo da ogni minaccia»
V: «Devo dire che abbiamo veramente pensato di abortire. Avevo già tutte le carte pronte dell’ospedale per poter procedere con l’interruzione di gravidanza. Poi, una sera, ci siamo guardati negli occhi e abbiamo capito che non ce la sentivamo. Avevamo già due figli, ok avremmo avuto il terzo. Da lì in poi ho voltato pagina, niente più recriminazioni e pensieri negativi. Ho cambiato atteggiamento e devo dire che è stata una bellissima gravidanza, forse la migliore delle tre»
Il parto?
S: «Rapido, dolorosissimo, ancestrale. Il sangue è arrivato copioso e inaspettato appena messo piede in ospedale: mi hanno spiegato che insieme al tappo mucoso può accadere di avere delle perdite, significa solo che l’espulsione del bambino è vicina. Dopo 5 ore era nato Alessandro, un’esperienza meravigliosa, stupefacente, che ancora oggi ricordo con gratitudine»
V: «Tanto la gravidanza era filata liscia come l’olio, tanto il parto è stato un campo di battaglia. Faticoso, doloroso, selvaggio. Mi sono sentita vicina all’essere un animale. Un ricordo su tutti, il dottore che preme i gomiti sotto il mio sterno con tutte le sue forze per fare uscire quel bambino gigante di 3 chili e 600 grammi con un testone da Charlie Brown»
Il primo ciclo dopo il parto quando è arrivato?
S: «Non ricordo, ho fin troppo chiara invece la sensazione di avere là sotto qualcosa di simile a un melone dolorante. I punti dell’episiotomia (incisione chirurgica del perineo e della vagina praticata per facilitare il passaggio del feto), le emorroidi, insomma non è un bel momento. Quella parte del corpo sembra ‘sorda’, qualcosa di estraneo. Poi pian piano le cose si sistemano. Il primo rapporto lo abbiamo avuto dopo una quarantina di giorni: è stato diverso da prima, più dolce, come se dovessimo re-imparare a conoscerci»
V: «Dopo circa due mesi che avevo finito di allattare ma non è stato qualcosa che mi ha segnata, è stato semplicemente come tornare alla normalità».
SFACCIATE
Episodio Uno – “Sotto questo ciclo”
Nel salottino della Sfacciate incontriamo Marvi Santamaria in rappresentanza di tutte le Young e Alessia Foglia, 100% Adult. Moderate, si fa per dire, dalla sfrontatezza di Noemi Mariani affrontano i temi che riguardano le mestruazioni, una parola che ancora suscita fastidio e nasconde tanti tabù. Uno su tutti, sesso durante il ciclo: si fa o no?