La storia di Diletta

Quando il corpo è un tempio

Siamo abituate a pensare che il troppo stroppia. Eppure, ci sono donne come Diletta, commessa di 29 anni, che della cura del corpo ha fatto uno stile di vita a cui non rinuncerà mai, per niente e nessuno. Ed è felice della sua scelta.

di Redazione Woman Factor - Tag: , ,

Quando il corpo è un tempio

…è un vero e proprio bisogno come può essere la fame o la sete.

Diletta

Partiamo da… come ti prendi cura di te stessa?

«Io dico sempre che il corpo è il tempio. Se la macchina che fa funzionare tutto è inceppata, il resto non funziona o funziona male. Quindi io mi prendo cura di me soprattutto attraverso il mio fisico.»

Come lo fai?

«Con tanti trattamenti estetici come massaggi linfatici e criolipolisi, oltre a tantissimo movimento, yoga, pilates e dieta ipocalorica.»

Quanto tempo spendi per te?

«Praticamente tutte le sere, dopo il lavoro, vado in un centro che è diventato la mia seconda casa per la mia routine di autocura. So benissimo che da fuori può sembrare eccessivo… ma non posso farne a meno.»

Appunto… come fai a trovare spazio per il resto?

«Fino a pochi anni fa, il mondo esterno non esisteva proprio. Ero come una suora di clausura che faceva casa-palestra e palestra-casa. Non uscivo mai e mi ritrovavo il fine settimana pieno di cose da fare e persone da vedere.»

Ora hai trovato un equilibrio?

«Ecco, sono migliorata, nel senso che se per una volta non riesco ad andare dall’estetista o salto un allenamento, non cado in paranoia. Però è un po’ come la disciplina degli sportivi… quando hai un obiettivo devi rigare dritto.»

Ti sei mai sentita giudicata per il modo in cui ti prendi cura di te?

«Certo che sì. Succede di continuo. Il primo vero momento di giudizio l’ho vissuto quando mi sono rifatta il seno. Le persone non parlavano, ma il loro sguardo parlava per loro. Non mi sono fatta influenzare, volevo un seno da quando ero adolescente e soffrivo per la “tavola piatta” che vedevo allo specchio.»

Quindi qual è il vero significato dietro tutto questo?

«Non ci ho mai riflettuto… è un vero e proprio bisogno come può essere la fame o la sete. Secondo me, o almeno questo è quello che ho vissuto, le persone che si trascurano, non sono molto presenti a se stesse. Io mi sento esattamente il contrario: ci sono, sono energica, voglio abitare un corpo al massimo della sua potenzialità.»

Questo stile di vita ti ha mai portata all’esagerazione?

«A livello mentale sì. Nel senso che ho passato un periodo in cui pensavo che solo un corpo magro potesse essere bello. E quel pensiero mi ha distrutta. Perché io non potrò mai, nemmeno con tutte le diete o i trattamenti del mondo, diventare così. C’è voluto molto tempo prima di rendermi conto che preferisco un corpo forte e sano a un corpo magro ma sofferente. Ora l’ho capito e mi sento benissimo con me stessa».

Episodio Sette – “Prendersi cura”
Sfacciate

Episodio Sette – “Prendersi cura”

Come ben sappiamo Noemi, la nostra conduttrice sfacciatissima, non ha peli sulla lingua e a volte le sue domande non danno scampo, come quella secca che ci pone in apertura di episodio, l’ultimo della prima stagione del nostro podcast: «Che cosa significa per voi prendervi cura di voi stesse?». Insieme a Valeria e Carmen scopriremo che non è così facile rispondere, perché noi donne sembriamo programmate soprattutto per prenderci cura… degli altri. Senza contare che qui abbiamo a che fare, tra l’altro, con due mamme e Noemi ce la metterà tutta per trascinarle fuori dalla loro mammitudine, per forzarle finalmente a mettersi sul gradino più alto nella scala delle priorità, anche grazie all’aiuto della Prof.ssa Cetin. Ce la farà? Buon ascolto e arrivederci al prossimo… ciclo di Sfacciate!

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