La storia di Greta e Martina
Un parto difficile non deve spaventare
Due donne trentenni raccontano l’esperienza del parto: Greta, romagnola professionista nella comunicazione, ha all’attivo un cesareo e un parto naturale; Martina, fiorentina project manager in ambito pubblicitario, due cesarei. Tra bambini podalici, travagli dolorosi, cicatrici difficili da rimarginare ma alla fine… un’incredibile felicità. E zero sensi di colpa nei confronti “del cesareo”!
di Redazione Woman Factor - Tag: Allattamento, Cesareo, Depressione post parto, Epidurale, Parto naturale, Ragadi al capezzolo

Nell’immaginario delle donne a volte sembra che chi sceglie il cesareo prenda una scorciatoia…
Greta
Avete entrambe due figli. Cosa ricordate del primo parto?
Greta: «Giovanni era podalico. Abbiamo provato in tutti i modi a farlo girare ma non c’è stato verso. Così è stato programmato il cesareo. A quel punto mi sentivo moralmente giustificata, perché nell’immaginario delle donne a volte sembra che chi sceglie il cesareo prenda una scorciatoia. Non era colpa mia se non avrei affrontato i dolori del parto. Il cesareo? Da manuale.»
Martina: «Ho avuto una gravidanza coi fiocchi. Quando mi si sono rotte le acque, ci siamo precipitati in ospedale. Ricordo che erano le 6 del pomeriggio, un’ora dopo Alessandro era nato. Con un cesareo d’urgenza però. Uno shock. Perché si era scoperto che avevo la pressione alle stelle mentre il battito del bambino era molto flebile. Così, in men che non si dica, eccomi in sala operatoria, accerchiata da un’orda di medici.»
Com’è stato il post parto?
G: «Tanto è andato bene il parto tanto è stato un disastro il dopo. Soprattutto per i problemi legati all’attacco al seno di Giovanni e le ragadi al capezzolo. Ho dovuto rinunciare ad allattarlo e sono un po’ andata fuori di testa. Piangevo sempre, ogni volta che in tv c’era una pubblicità di latte o formaggi mi si riempivano gli occhi di lacrime, mi credevo la mamma peggiore del mondo. Insomma ero in piena depressione post parto. Per fortuna, un giorno mi hanno spedita con il bambino da una bravissima osteopata che ha individuato il problema al primo sguardo: Giovanni era nato con delle tensioni alla mascella che gli impedivano di nutrirsi correttamente. Infatti, dopo le manipolazioni osteopatiche, ha iniziato a ciucciare come un matto. A me è tornato il latte, le ragadi sono sparite, sono rinata.»
M: «Per fortuna dopo il parto, Alessandro è subito stato da Dio, il problema di brachicardia è sparito e anche la mia pressione è tornata a valori normali. Però è subentrato il dolore alla ferita e si è scoperto che si era infettata. Ho dovuto prendere l’antibiotico…»
Mi si sono rotte le acque e un’ora dopo Alessandro era nato. Con un cesareo d’urgenza però. Uno shock…
Martina
E il secondo figlio?
G: «Giacomo è nato 30 mesi dopo il primo. Anche lui era podalico ma si è girato naturalmente. Dopo una serie di esami fisici e psicologici i medici hanno decretato che potevo provare ad avere un parto naturale. Quando è arrivato il momento, siccome le contrazioni tardavano a partire, non potendomi dare l’ossitocina, hanno optato per la manovra di scollamento delle membrane che consiste nel separare manualmente le membrane amniocoriali dalla superficie interna del collo dell’utero per stimolare l’avvio del travaglio. Un’operazione indolore che ha dato i suoi frutti: non è passato tanto tempo che ho cacciato un urlo animale, ho sentito un demonio che spingeva nelle viscere, la forza degli uomini primitivi si è impossessata di me e, con tre spinte, ho sparato fuori un bel neonato di 3 kg e 800 gr. Il post è andato liscio come l’olio. Una meravigliosa rivincita!»
M: «Andrea è nato 22 mesi dopo Alessandro. Il cesareo era obbligatorio. Il tempo minimo consigliato è di 24 mesi tra l’uno e l’altro perché la ferita rischia – nel caso di parto naturale – di aprirsi causando una pericolosa emorragia. Così non ho neanche dovuto scegliere. Tutto si è svolto nel migliore dei modi. Rimpianti per non aver vissuto l’esperienza del parto naturale? Ma proprio per niente, anzi!»
SFACCIATE
Episodio Tre – “Anatomia Invisibile”
Nel salottino delle Sfacciate ritroviamo Marvi, esperta di dating e coscienziosamente single, questa volta in compagnia di Carmen “creativamentemamma” di 3 bimbe. Con Noemi a condurle, il trio di giovani donne approfondisce un tema… occulto, ovvero: il nostro apparato riproduttivo. E dintorni. Per alzare il livello di attenzione sulle nostre V, vagina e vulva, sulle nostre U, utero e umori, ma anche per scongiurare problemi con le I, infezioni e infiammazioni, senza dimenticare le zone anali. Per non dire del nostro PP, il pavimento pelvico, questo sconosciuto…