La storia di Marta e Beatrice

Unite dal primo ciclo

Il primo ciclo non si scorda mai, soprattutto se ci capita di condividerlo con un’amica delle elementari che non era per nulla preparata alla vista del sangue. Come è successo a Marta e Beatrice...

di Redazione Woman Factor - Tag: , , ,

Unite dal primo ciclo

A scuola avevano pensato di farmi andare nel bagno dei professori, per evitare che le mie compagne vedessero del sangue nei bagni comuni

Beatrice

Marta e Beatrice si conoscono fin da bambine, quando andavano alle elementari insieme e hanno cominciato a fare danza. Oggi studiano all’università, la prima Economia a Bruxelles e la seconda Lettere a Milano. Sono divise da un migliaio di chilometri che non sono niente di fronte alla complicità da amiche del cuore, BFF unite da un legame di sangue. Quello del primo ciclo.

Beatrice, Marta… allora, in che modo il primo ciclo vi ha unite?

B: «Ho avuto il menarca precoce e mi sono sviluppata a 8 anni e Marta era l’unica a saperlo. È stato traumatico più per lei che per me, perché io ero stata già istruita dalla pediatra, mentre lei ha scoperto cosa volesse dire durante una gita scolastica. Ero in bagno e mi stavo cambiando l’assorbente, lei entra, vede del sangue e corre spaventata dalla maestra per dirle che mi ero tagliata la “farfallina” con la carta igienica!»

M: «Sì, ecco sul momento è stato più tragico che divertente, poi con calma le cose sono state chiarite dalla maestra e dalla mamma. A essere sincera però, la parte peggiore del ciclo di Bene è stata quando le sono arrivati i primi peli. Non che mi facessero schifo, anzi… ne ero invidiosa! Mi sentivo in difetto, pensavo fosse un segno dell’essere matura e volevo averli anche io! Poi, da adolescente ho cambiato totalmente idea, ma sul momento mi sembravano un simbolo dell’essere grandi che volevo anche io…»

E il tuo primo ciclo, invece, Marta?

M: «Meno traumatico di Bea, ma molto imbarazzante perché è sembrata più una questione familiare che privata. Subito ad avvisare i parenti che non facevano che complimentarsi e io non capivo ancora bene per cosa. Tutto sommato però è andata meglio a me che a mia mamma: nonna le aveva detto che è meglio non lavarsi in quei giorni, chissà che schifo…»

Eravate pronte al menarca?

B: «A dir la verità, sì. Alle elementari crescevo in fretta e la pediatra aveva avvisato che avrei potuto svilupparmi prima del previsto. Non è stata quindi una grande sorpresa. Il problema è stato tenerlo nascosto, perché i miei compagni di classe non erano stati preparati come invece era stato fatto con me. So che addirittura la preside della scuola aveva pensato di farmi andare nel bagno dei professori, per evitare che le mie compagne vedessero del sangue nei bagni comuni.»

M: «Pronte non lo si è mai fino in fondo, però devo dire che lo stavo aspettando. Io l’ho avuto a 12 anni e in classe alle medie c’era quasi una gara tra le ragazze: prima ti arrivava, più eri cool»

Il sangue mi fa paura, preferirei di gran lunga mi uscisse un liquido azzurro coi brillantini…

Marta

Secondo voi esiste un modo per evitare che si arrivi impreparate alla comparsa del menarca?

M: «Per esempio, fare in modo che le future mamme non si sentano a disagio nel parlare di questi argomenti con le proprie figlie come ancora succede troppo spesso…»

B: «Per me il contrario, invece. Troverei altamente imbarazzante fosse mia madre a spiegarmi queste cose. Secondo me bisognerebbe fare più educazione alla sessualità, anche a scuola, gestita da specialisti competenti ed empatici, che sappiano trattare queste tematiche con scientificità e tatto»

A proposito di complicità, in che modo si crea tra le donne, grazie al ciclo?

B e M: «Va da sé che la prima forma di complicità, o forse, meglio, solidarietà, è l’assorbente, che in caso di bisogno presteresti anche alla tua peggior nemica»

Riuscite a vedere una parte bella nel ciclo? Una fonte di femminilità, di essere donna, che va oltre la parte più fisica e materiale?

M: «Sinceramente, ho fatto pace con il mio sangue. Per tanti anni ho provato ribrezzo di fronte al rosso e ai granuli che mi ritrovavo sugli assorbenti, poi le cose sono cambiate. Certo, io in generale ho paura delle ferite, del sangue, del dolore e preferirei di gran lunga mi uscisse un liquido azzurro coi brillantini…»

B: «Essendo appassionata di lingue e letteratura, mi viene facile rispondere a questa domanda. Ricordo che quando ero al liceo, la mia professoressa di latino ci aveva fatto notare come le parole femmina e felicità iniziassero con la stessa radice, -fe, la stessa di fertilità, come a dire che fa parte della femminilità curarsi di qualcosa e trarne gioia. Un po’ come dovremmo fare con il ciclo: in qualche modo esserne fiere, perché è una parte di noi che ci ricorda che siamo fertili, felici e forti.»

Episodio Uno – “Sotto questo ciclo”
SFACCIATE

Episodio Uno – “Sotto questo ciclo”

Nel salottino della Sfacciate incontriamo Marvi Santamaria in rappresentanza di tutte le Young e Alessia Foglia, 100% Adult. Moderate, si fa per dire, dalla sfrontatezza di Noemi Mariani affrontano i temi che riguardano le mestruazioni, una parola che ancora suscita fastidio e nasconde tanti tabù. Uno su tutti, sesso durante il ciclo: si fa o no?

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